bioplastica
Non esiste ancora una definizione univoca per definire la bioplastica. Secondo la European Bioplastics (l'associazione che rappresenta gli interessi dell’industria delle bioplastiche in Europa), si intende una plastica che può essere biodegradabile, oppure a base biologica (bio-based) oppure, ancora, possedere entrambe le caratteristiche.
Secondo Assobioplastiche (l'associazione che rappresenta i produttori di bioplastiche in Italia), invece, la definizione deve intendersi in senso più restrittivo: sono bioplastiche quei materiali prodotti da fonti rinnovabili o di origine fossile che hanno la caratteristica di essere biodegradabili e compostabili. In questo caso il concetto di bioplastica si applica dunque a quei prodotti che nel fine vita garantiscono la riciclabilità organica certificata nei diversi ambienti (es. compostaggio, digestione anaerobica, suolo). Secondo Assobioplastiche l’uso di fonti rinnovabili è parte integrante, ma non sufficiente, di una bioplastica. L’uso di materie prime rinnovabili, infatti, è possibile anche nella produzione di polimeri tradizionali, per esempio il cosiddetto polietilene verde che si comporta, in fine vita, come quello da fonte fossile e non presenta caratteristiche di biodegradabilità e compostabilità; per evitare confusione con le bioplastiche, questi prodotti possono essere qualificati come “plastiche vegetali”. Le bioplastiche biodegradabili più note sono quelle ottenute da amido di mais, grano, tapioca, patate, canapa.