benevolènza
Indice(ant. benevogliènza), sf. [sec. XIII; dal latino benevolentía].
1) Affettuosa simpatia, interessamento, favorevole disposizione d'animo nei confronti di qualcuno (particolare detto di un superiore verso un inferiore): mi ha più volte dimostrato la sua benevolenza. § In filosofia, attitudine, diventata abituale attraverso atti liberamente scelti, a ricercare il bene del prossimo. Presso gli antichi il concetto si confonde (almeno parzialmente) con i termini liberalità e amicizia; nella filosofia cristiana invece la benevolenza costituisce un aspetto importante dell'amore e della carità. Tra i filosofi moderni, Hobbes la commisura con il criterio dell'utilità, visto però questa non come interesse personale ma di tutti e quindi sorgente di un sentimento morale che contribuisce alla felicità sociale; Kant fa della benevolenza un dovere di ciascun uomo verso il proprio simile, dovere che ha carattere d'imperatività; Herbart considera la benevolenza come una delle relazioni etiche fondamentali, ma al kantiano carattere d'imperatività sostituisce quello dell'intenzione; H. Sidgwick include nella benevolenza anche il suo inizio emotivo, la benignità (ciò che era escluso da Kant).
2) Indulgenza, clemenza: fare appello alla benevolenza. dei giudici.