azióne (sociologia)
concetto analizzato da Max Weber e ritenuto fondamentale nella spiegazione sociologica. Nell'analisi dell'azione sociale la teoria deve saper “reagire” con i dati empirici, tratti dall'osservazione della realtà. Lo Stato, la società, il gruppo e tutto ciò che rinvia a una dimensione collettiva è infatti riconducibile all'agire di singoli uomini che ne fanno parte e contribuiscono al loro mutamento. In questo senso, l'azione sociale di Weber si oppone come strumento principe di conoscenza ai modelli fondati sul primato delle istituzioni o sul fatto sociale (Durkheim), oppure sulle norme e i valori (Dilthey, Troeltsch). L'azione sociale può perciò essere definita razionale rispetto ai valori, tradizionale, orientata allo scopo ecc., ma essenziale è il suo carattere di espressione intenzionale umana. In Talcott Parsons – massimo teorico del funzionalismo sociologico – l'azione sociale si riduce invece all'attivazione di mezzi indirizzati a un fine collettivo (per esempio la realizzazione di un programma educativo o l'integrazione nella comunità di una minoranza etnica). Questa accentuazione del momento dell'agire concreto rinvia alle influenze del pragmatismo americano e ridimensiona notevolmente l'importanza dell'azione per la teoria sociale. Per Parsons, centrale è il sistema e fondamentale l'esigenza di garantirne l'equilibrio e la perpetuazione. L'azione diviene parte di un sistema di aspettative, regolato dalla relazione fra due poli (i bisogni-disposizioni e i valori socio-culturali). Alain Touraine propone di sostituire alle classiche teorie dell'azione sociale una più adeguata teoria dell'attore, capace di spiegare l'emergere dei movimenti sociali di azione collettiva e i nuovi caratteri del conflitto nelle società postindustriali.