anagògico
agg. (pl. m. -ci) [sec. XIV; dal greco anagṓgios, che eleva spiritualmente]. Proprio dell'anagogia, relativo a essa; senso anagogico, uno dei sensi della Sacra Scrittura, e cioè quello per cui espressioni riferite alle cose umane venivano interpretate come simboli riguardanti le cose più alte: Dio e le sue opere. In filosofia, Leibniz ha chiamato anagogico il procedimento analitico che risale dalle cose alla loro causa suprema. In psicologia l'interpretazione anagogica è nozione che deriva dalla teologia, indica quindi l'elevarsi dal senso letterale di un simbolo a quello spirituale. Orientandosi tale tipo di interpretazione verso il significato universale dei simboli, si contrappone all'interpretazione psicanalitica che fa discendere il simbolo dalle dinamiche istintuali proprie di ciascun soggetto.