amadrìade

Lessico

sf. [sec. XIV; dal greco hamadryás-ádos, composto da háma, insieme, e drys, albero, quercia].

1) Nell'antica religione greca erano le ninfe localizzate nelle querce. Si credeva che ogni quercia fosse animata da un'amadriade, la quale aveva poteri divini, ma moriva insieme con la quercia che la ospitava.

2) Nome del primatePapio hamadryas (Comopithecus hamadryas) della famiglia dei Cercopitecidi, appartenente al gruppo delle scimmie cinocefale e molto affine ai babbuini. Lungo sino a 75 cm, con coda di ca. 50 cm, e alto una cinquantina di centimetri alla spalla, si distingue dagli altri babbuini per lo spiccato dimorfismo sessuale: i maschi sono infatti notevolmente più grandi delle femmine e presentano una folta criniera di peli grigi sulla testa e sulle spalle. L'amadriade è perfettamente adattata agli ambienti aridi e rocciosi ed è attualmente distribuita in Sudan, Etiopia, Somalia e nell'Arabia sudoccidentale, mentre anticamente era diffusa anche in Egitto, dove veniva considerata animale sacro.

Etologia

L'amadriade mostra un'organizzazione sociale ben precisa fondata su gruppi numerosi (normalmente 50-100 individui, ma a volte anche fino a 400), a loro volta suddivisi in gruppi più piccoli, costituiti ognuno da un solo maschio adulto, da una o più femmine adulte e dai loro piccoli fino a un anno e mezzo d'età. Nell'ambito di questa unità sociale di base le relazioni tra individui sono stabili; il maschio adulto è il centro di attrazione delle femmine e le controlla strettamente: se una si allontana è sufficiente che il maschio protenda verso di lei la testa o, se intrattiene rapporti con un maschio estraneo, la aggredisca mordendola sulla nuca per farla tornare. I maschi piccoli, giovani e subadulti, invece, non sembrano soggetti al controllo dell'adulto e formano gruppi di gioco con tutti i membri coetanei dei grandi gruppi, più similmente ad altre specie di babbuini. Intorno ai tre anni, i maschi mostrano interesse per i piccoli e, in genere, per gli individui più giovani di loro, incluse le femmine, li rapiscono e li vezzeggiano; con le femmine, che sono assai precoci, però questo atteggiamento viene progressivamente sostituito dal morso alla nuca e sul dorso e un comportamento di tipo sessuale prende il posto di quello materno di vezzeggiamento. La femmina giovane, dal canto suo, segue il maschio proprio come fa la femmina adulta e da quel momento essa entra a far parte dell'unità che il giovane maschio si va formando. Altri tipi di associazioni tra le amadriadi sono: A) la squadra con due maschi, di cui uno subadulto, con o senza femmine, e uno adulto con la sua unità. Il rapporto dei maschi subadulti con i maschi adulti sembra di vantaggio per i primi, che imparano dagli anziani come muoversi sul terreno per la ricerca di cibo, ecc. B) La banda di alcuni adulti con le rispettive unità. La distribuzione spaziale delle unità dei singoli maschi nell'ambito delle bande è simile a quella che si osserva fra i babbuini di savana; i maschi che costituiscono le bande si conoscono probabilmente fra loro e questo è un elemento di coesione, manifesto fra l'altro nella tolleranza reciproca, ma bande diverse a volte si combattono. C) Il branco per il pernottamento, formato da molte bande. Le amadriadi trascorrono la notte su rocce inaccessibili in branchi comprendenti fino a qualche centinaio di individui. In questi branchi, tuttavia, i membri delle singole unità non si mischiano, sicché la maggior parte degli scambi sociali avviene comunque fra i componenti delle singole unità. L'assidua attenzione reciproca che i maschi e le femmine di un'unità si scambiano può spiegare sia la scarsità di interazioni che la mancanza di aggressione fra membri di gruppi diversi. Infatti non appare un ordine gerarchico fra i maschi adulti dei gruppi che si riuniscono per dormire, e le femmine di unità diverse non si azzuffano, fatti abbastanza peculiari fra i babbuini. Parimenti mancano i gruppi di femmine che si osservano fra gli altri babbuini.