acquisività
sf. [sec. XX; da acquisire]. In sociologia, atteggiamento tendente all'appropriazione di quote crescenti di risorse materiali e immateriali (tra queste ultime, il prestigio e il successo), che non va confuso con le forme di arrivismo senza principi né scrupoli. Con M. Weber, in polemica con Marx, e analogamente con T. Parsons, si fa coincidere l'origine di tale atteggiamento con quella dello “spirito borghese” proprio dell'imprenditoria capitalistica. La sociologia contemporanea registra posizioni non del tutto univoche: da una parte il concetto di acquisività viene considerato un fenomeno connesso alla fase di decollo del capitalismo e quindi in via di estinzione; dall'altra viene rintracciata nelle subculture elaborate da élite e gruppi sociali trainanti entro i comparti più avanzati dell'industria e del terziario.