Zèno, Apòstolo
letterato italiano (Venezia 1668-1750). Fondò nel 1691 l'Accademia degli Animosi, annessa nel 1698 all'Arcadia. Riscosse il primo successo come librettista con Gl'inganni felici nel 1695. Nel 1710, con il fratello Pier Caterino, con S. Maffei e A. Vallisnieri fondò il Giornale de' letterati d'Italia e dal 1718 al 1729 fu poeta di corte a Vienna. Personalità versatile, di cultura eclettica e dai molteplici interessi, nei suoi libretti cercò di avvicinarsi all'idea della tragedia classica, pur preoccupandosi di soddisfare le peculiari esigenze della musica. Ridusse al minimo i personaggi e le azioni collaterali (in particolare abolendo i ruoli buffi), limitò il numero delle scene, predilesse i soggetti storici. I suoi libretti, di cui alcuni scritti in collaborazione con P. Pariati, furono musicati da Giovanni Battista e Antonio Maria Bononcini, J. J. Fux, B. Galuppi, G. F. Händel, J. A. Hasse, G. B. Pergolesi, N. Porpora, Alessandro e Domenico Scarlatti, A. Vivaldi ecc. Autore inoltre di liriche, prevalentemente di carattere sacro, scrisse anche opere biografiche (sul Sabellico, G. Marino, A. C. Davila, su Aldo e Paolo Manuzio), storiche e di varia erudizione.