Vogt, Karl
zoologo tedesco (Giessen 1817-Ginevra 1895). Costretto ad abbandonare nel 1834 la Germania a causa delle sue idee liberali, terminò gli studi in Svizzera; ritornato a Giessen come docente di zoologia, dovette trasferirsi a Ginevra (dove insegnò zoologia fino agli ultimi anni della sua vita) dopo il fallimento della rivoluzione del 1848 che l'aveva visto membro del Parlamento di Francoforte. Più che per la sua produzione scientifica, Vogt è noto per aver avuto parte preminente nelle dispute filosofiche dell'epoca. Difensore di una visione scientifica della realtà naturale, fondata sulle tesi darwiniane e slegata da ogni riferimento vitalistico o metafisico-religioso, si batté appassionatamente in favore del sorgente materialismo. Particolarmente accesa fu la polemica con il fisiologo R. Wagner, sostenitore della fede come necessaria integrazione della ricerca scientifica. Progressista sul piano culturale, si schierò tuttavia tra gli avversari più accaniti del socialismo. Fu in risposta a un suo libello calunnioso che K. Marx pubblicò nel 1860 Herr Vogt (Il signor Vogt), un opuscolo in cui ritorceva, con ben maggior fondatezza, l'accusa di essere un avventuriero: l'apertura degli archivi segreti della cancelleria imperiale, in seguito al crollo del Secondo Impero francese, permise infatti di appurare che Vogt era un informatore di Napoleone III.