Viviani, Césare
poeta, saggista e narratore italiano (Siena, 1947). Collaboratore della rivista Alfabeta, ha svolto attività di critico letterario presso il quotidiano Il Giorno. Approdato alla psicologia nel 1971, ha dedicato alla ricerca in questo campo diverse opere di notevole interesse, come Psicanalisi interrotta (1975), L’ostrabismo cara (1973) e Piumana (1977), in cui la poesia si spinge fino ad accogliere forme della patologia verbale come il balbettio e il lapsus. Questo processo di decostruzione linguistica sembra però cedere il passo, nelle raccolte seguenti, al parziale recupero di una maggiore decifrabilità di significato: rientrano in questa prospettiva sillogi come L’amore delle parti (1981), Merisi (1986), in cui affiora anche la volontà di ritornare a una misura regolare del verso, e Preghiera del nome (1990). In una veste completamente nuova si presentano invece il poemetto L’opera lasciata sola (1995), il successivo volume Una comunità degli animi (1997), nel quale sono evidentissimi gli echi della ricerca psicanalitica nella netta contrapposizione fra la mente, universale e immobile, e l'animo, generatore di movimento e metamorfosi, e Silenzio dell'universo (2000), Passanti (2002) e Poesie (2003). Nel 2005 ha pubblicato il libro di versi La forma della vita. Nel corso della sua attività letteraria Viviani si è confrontato anche con le forme della prosa, con i curiosi esperimenti di genere aforistico La scena (1985) e Pensieri per una poetica della veste (1988) e con il polimorfico romanzoFolle avena (1987), caratterizzato dalla compresenza di svariati registri espressivi nella continuità tematica del racconto. Ha inoltre seguito criticamente (in antologie curate con T. Kemeny) Il movimento della poesia italiana negli anni settanta (1979) e I percorsi della nuova poesia italiana (1988).