Viscónti-Venòsta, Emìlio
uomo politico italiano (Milano 1829-Roma 1914). Prese parte attiva alle vicende che portarono alle Cinque Giornate di Milano, si arruolò con G. Garibaldi e, quando questi sciolse i volontari, si rifugiò in Svizzera e quindi in Toscana. All'inizio del 1859 andò in Piemonte e durante la seconda guerra d'Indipendenza seguì Garibaldi come rappresentante di Cavour. Deputato dal 1860, sedette sui banchi della Destra; più volte ministro degli Esteri, negoziò la Convenzione di settembre e fu uno dei principali artefici della legge sulle guarentigie. Ritornato ministro degli Esteri con A. Di Rudinì (1896-98), L. Pelloux (1889-1900) e G. Saracco (1900-01), diede impulso alla politica di riavvicinamento alla Francia. Con la convenzione italo-francese sulla Tunisia (1896), il trattato di commercio che poneva fine alla guerra doganale con Parigi (1898) e l'accordo del 1900 sulle zone di influenza nel Mediterraneo cercò di attuare una politica di equilibrio.