Vidor, King
regista cinematografico statunitense (Galveston, Texas, 1896-Paso Robles, California, 1982). Ottenne un clamoroso successo nel 1925 con La grande parata, film di guerra e d'amore. Esperto nella produzione di consumo, la sua fama resta prevalentemente affidata a una trilogia indipendente e personale: La folla (1928), ritratto amaro d'una collettività alle soglie della crisi, con al centro l'americano medio, inghiottito dall'anonimato; Alleluja! (1929), notevole per il cast “tutto nero”, all'epoca una novità quasi rivoluzionaria, e Nostro pane quotidiano (1934), che offriva la soluzione di un ritorno alla campagna. L'insuccesso di quest'ultima opera lo riportò ai generi tradizionali in cui cantò un'America ottimista e maschilista, ma anche violenta (Passaggio a Nord-Ovest, 1939; Duello al sole, 1946) nella guerra tra uomini e nella guerra dei sessi. L'affresco dell'Uomo venuto da lontano (1944), su quarant'anni del secolo visti dagli occhi di un europeo immigrato, gli fu falcidiato dalla Metro. Altri film: La cittadella (1938, in Gran Bretagna) e Guerra e pace (1956, in Italia). Al libro A Tree Is a Tree, pubblicato nel 1952, sono affidati i ricordi di una carriera conclusa poi nel 1959 con Salomone e la regina di Saba e in tempi recenti molto ridiscussa dalla critica.
King Vidor. Un fotogramma del film Guerra e pace con A. Hepburn e H. Fonda (1956).
De Agostini Picture Library
King Vidor. Un fotogramma di uno degli ultimi film Addio alle armi con R. Hudson e J. Jones (1957).
De Agostini Picture Library