Tito (imperatore romano)
IndiceBiografia
(latino Titus Flavíus Sabīnus Vespasiānus). Imperatore romano (Roma 39-Aquae Cutiliae, Sabina, 81); Figlio di Vespasiano e di Flavia Domitilla, militò in Britannia. Nel 67 affiancò il padre nel comando dell'esercito romano impegnato nella guerra giudaica e nel 70 pose fine alla rivolta espugnando e distruggendo Gerusalemme. Celebrato il trionfo nel 71, Vespasiano se lo associò nell'impero investendolo della tribunicia potestas e concedendogli prima il titolo di Caesar e più tardi quello di imperator; insieme al padre Tito fu poi censore nel 73 e console per sette volte. Nel 79 divenne imperatore assumendo il titolo di Augusto e il pontificato massimo. Continuando nella politica paterna, Tito improntò i suoi atti a mitezza cercando l'accordo col Senato, cui garantì la diretta giurisdizione del consesso sui suoi membri. Gentile e raffinato nei modi, fu prodigo sia nel sovvenzionare i divertimenti sia nell'aiutare le zone colpite dall'eruzione del Vesuvio (24 agosto 79) che distrusse Pompei, Ercolano e Stabia, e alleviare gli abitanti di Roma colpiti nell'80 da un furioso incendio e da una grave epidemia. Morì nell'81, dopo solo due anni di principato.
Iconografia
È documentata, oltre che dalle monete, da numerosi busti e statue di marmo. Di lui restano la statua togata del Museo Vaticano, quella loricata da Ercolano, quella scoperta a Baia e la statua mutila del Metróon di Olimpia: è probabilmente un ritratto celebrativo postumo l'erma colossale del Museo di Napoli.
Teatro
La storia dell'amore dell'imperatore romano per la regina giudaica Berenice ha ispirato nel 1670 due tragedie, la Bérénice di J. Racine (dalla quale sono derivate numerose opere musicali, firmate da N. Porpora, G. F. Händel, P. Galluppi, N. Piccinni ecc.) e Tite et Bérénice di P. Corneille. Racine vede in Tito l'uomo che sacrifica consapevolmente l'amore a una rigorosa concezione del dovere e della ragione di Stato; Corneille non riesce a dargli pari consistenza e lo disperde nelle complessità dell'intreccio. Altri testi vedono invece il personaggio oggetto di intrighi e congiure, ma perennemente disposto al perdono. È il tema della Clemenza di Tito, melodramma di P. Metastasio, rappresentato a Vienna nel 1734 con musica di A. Caldara, e ispiratore di una serie di opere con lo stesso titolo, firmate, tra gli altri, da J. A. Hasse (1737), C. Gluck (1752) e soprattutto Mozart (1791).
Bibliografia
L. Pareti, Storia di Roma e del mondo romano, vol. V, Torino, 1960; A. Garzetti, Da Tiberio agli Antonini, Roma, 1961; M. Grant, Gli imperatori romani. Storia e segreti, Roma, 1980.