Teatro còmico, Il-
commedia in tre atti di C. Goldoni, rappresentata nel 1750. Prima delle “sedici commedie nuove” promesse al pubblico dal grande commediografo per la stagione teatrale del 1750-51, è una “commedia-manifesto”, documento di una poetica riformatrice affidata a personaggi in azione, i cui discorsi, scaturendo da una concreta tensione teatrale, acquistano il timbro della verità vissuta. Una compagnia di attori diretti dal capocomico Orazio (in cui è da ravvisare il Medebach) prova una commedia, che comporta l'abbandono della vecchia formula del “recitare all'improvviso”, pur mantenendo il più puro gioco scenico della Commedia dell'Arte: incertezza e paura pervadono i comici davanti alle difficoltà della nuova recitazione. Su questa base di “teatro nel teatro”, l'opera si risolve nella polemica, in nome del “semplice” e del “naturale”, contro i residui del linguaggio secentistico e nell'esaltazione di una nuova commedia di “costumi e di caratteri”. Nell'ambito di tale programma si colloca il riassorbimento delle maschere entro personaggi autentici e dotati di una loro particolare e irripetibile realtà.