Taylor, Cecil
pianista e compositore jazz statunitense (Long Island City 1933). Ha esordito su disco nel 1955, esibendo un linguaggio aspro, dissonante, zeppo di frasi fuori tempo e grappoli di note ora opachi ora stridenti che ne ha fatto, assieme a O. Coleman, il capofila del free jazz (Air). A partire dal 1962 decise di abbandonare ogni pulsazione ritmica regolare, sostituendola con una pura vibrazione istintiva e facendo quindi assumere alla sua musica un aspetto di caos ribollente. A causa di ciò Taylor fu vittima per anni di ostilità e ostracismi, e lavorò e incise poco. L'ulteriore sovrapposizione di altri improvvisatori, non meno liberi di lui, produsse castelli sonori di fantastica complessità (Unit Structures, Conquistador!), anche se in realtà, nella sua opera, tutto è regolato da una rigorosa architettura “a strati” in cui differenti scale, accordi, ritmi, registri sono sovrapposti arditamente uno sull'altro. Consacrato appieno da un concerto del 1974 (Silent Tongues), Taylor non solo è un ormai riconosciuto maestro del jazz, ma viene apprezzato anche per la sua vastissima cultura, che spazia dalla musica, alla letteratura, alla danza.