Stancu, Zaharia
romanziere, poeta e giornalista romeno (Salcia, Teleorman, 1902-Bucarest 1974). Di origini contadine, condusse in gioventù un'esistenza precaria, dedicandosi a lavori diversi, ma riuscendo a laurearsi nel 1933. Dal 1921 svolse attività giornalistica. Pubblicò il primo volume di versi nel 1927 col titolo, di per sé programmatico, Poemi semplici. Questo titolo sarà mantenuto anche nella raccolta selettiva che riunisce i versi composti dal 1923 al 1943. Il primo romanzo, Il tifone, è del 1937, ma la vera rivelazione della personalità dello scrittore si ebbe nel 1948 con Lo scalzo, che rappresenta una tappa significativa nell'evoluzione del romanzo romeno ed è stato tradotto in ventiquattro lingue. Attraverso la confessione del protagonista, il bambino Darie, si rievoca un quadro di miseria e sfruttamento nella campagna danubiana dei primi due decenni del secolo. Il romanzo diviene il punto d'avvio di un largo ciclo narrativo, di tono epico-lirico, che abbraccia la rivolta contadina del 1907 con I mastini (1952), spingendosi sino alla fine della prima guerra mondiale con Il gioco con la morte (1962) e La foresta folle (1963). Un secondo ciclo, che comprende Le radici sono amare (1958), è ambientato nel periodo fra le due guerre. Militante antifascista, solo nel 1944 poté riprendere l'attività giornalistica e letteraria. Membro dell'Accademia romena, deputato, fu anche presidente per molti anni dell'Unione degli scrittori romeni.