Spranger, Eduard

filosofo, psicologo e pedagogista tedesco (Gross-Lichterfelde, Berlino, 1882-Tubinga 1963). Professore a Lipsia, Berlino e Tubinga, insegnò saltuariamente anche in Giappone; fu allievo di W. Dilthey, Pantsen, O. Hintze. Il suo pensiero, di impianto neoidealistico, può essere definito come un umanesimo etico e spirituale. In esso sono confluiti e rielaborati i motivi di K. W. von Humboldt, che studiò a lungo, di J. G. Fichte e di J. H. Pestalozzi. La psicologia, che Spranger fondò sul concetto diltheyano di “comprensione”, è essenzialmente scienza dello spirito. All'interno di essa si colloca la descrizione dei tipi ideali fondamentali di individualità: l'uomo teoretico, economico, estetico, sociale, del potere, religioso e filosofo. La pedagogia di Spranger si caratterizza senz'altro come filosofico-culturale e nel suo quadro teorico rientra anche la concezione della pedagogia della professione (formazione polivalente). Pur non escludendo la libertà individuale, Spranger ritiene che da questa libertà debba nascere il sentimento etico dell'obbligazione, del dovere e ripone lo scopo dell'educazione nel “ridestare” o “dischiudere” la coscienza. Fra le sue opere: Lebensformen: Geisteswissenschaftliche Psychologie und Ethik der Persönlichkeit (1914; Le forme della vita. Psicologia come scienza dello spirito ed etica della personalità), Kultur und Erziehung (1919; Civiltà ed educazione), Psychologie des Jugendalters (1924; Psicologia dell'età giovanile), Pädagogische Perspektiven (1951; Difesa della pedagogia europea), Der ubenkannte Gott (1954; Il dio sconosciuto).

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