Sollers, Philippe

scrittore e saggista francese (Talence, Bordeaux, 1936 - Parigi, 2023). È stato tra i fondatori (1960) e, per due decenni, il principale animatore della rivista Tel Quel, intorno alla quale si sono andate precisando le linee teoriche di un nuovo linguaggio letterario. Partito da due classici racconti – Le défi (1957; La sfida) e Une curieuse solitude (1958; Una curiosa solitudine) –, Sollers ha bruciato le tappe del nouveau roman approdando alla rivoluzione della “scrittura testuale”, estensione del concetto di scrittura in sostituzione di quello di letteratura, con Le parc (1961), L'intermédiaire (1963), Drame (1965), Nombres (1966), Lois (1972), H. (1973) e, soprattutto, Paradis, edito in volume nel 1981. Accanto all'opera di creazione, incerta tra romanzo, poesia e critica, ha svolto in funzione esplicativa un'opera teorica che si avvale degli apporti filosofici, psicanalitici e linguistici di Foucault, Lacan, Barthes, Chomsky, Althusser: Logiques (1968), Théorie d'ensemble (1968), opera collettiva, L'écriture et l'expérience des limites (1968), Sur le matérialisme. De l'atomisme à la dialectique révolutionnaire (1974). Nel periodo più recente, il saggista ha scelto la formula dell'“incontro” (con M. Clavel: Délivrance, 1977; con D. Hayman: Vision à New York, 1981), mentre il romanziere è tornato, con Femmes (1983), a taluni aspetti, linguistici e narrativi, della letteratura “tradizionale”, attaccando nell'autobiografico Portrait du joueur (1984) il moralismo inibitore dei piaceri della vita. Si è anche interessato alla poesia cinese con Improvisations (1991). Ricordiamo ancora i saggi La guerre du goût (1994), Le cavalier du Louvre. Vivant Denon 1747-1825 (1995), Les passions de F. Bacon (1996), Casanova l’admirable (1998), Eloge de l'infini (2001), Mystérieux Mozart (2001) e i romanzi Studio (1997), L'etoile des amants (2002). Nel 2006 ha pubblicato Une vie divine, romanzo politico e filosofico, sulla possibilità e la necessità di essere felici e nel 2007 Un vrai roman - Mémoires.