Sirènidi
sm. pl. [sec. XIX; da sirena nel senso 2]. Famiglia (Sirenidae) di Anfibi Urodeli che comprende due soli generi, Siren, con due specie (Siren intermedia e Siren lacertina), e Pseudobranchus, anch'esso rappresentato da due specie (Pseudobranchus axanthus e Pseudobranchus striatus), che vivono negli Stati Uniti centrali e sudorientali, nonché nel Messico nordorientale. Poco conosciuti nella loro biologia, i Sirenidi sono stati spesso l'oggetto di dispute scientifiche concernenti la loro posizione sistematica: alcuni zoologi, infatti, li considerano non come una famiglia ma come un ordine a sé stante (Trachystomata), altri come un sottordine degli Urodeli (Neantes). La peculiarità di questi animali è quella di mantenere durante tutta la vita delle caratteristiche larvali, vivendo perennemente in acqua e respirando per mezzo di branchie esperne piumose. Posseggono un corpo serpentiforme, con arti posteriori mancanti e arti anteriori ridottissimi ed è proprio l'assenza degli arti posteriori a distinguerli nettamente da tutte le altre salamandre; gli occhi sono privi di palpebre; le mascelle superiori e inferiori presentano un rivestimento corneo. Vivono in acque stagnanti ricche di vegetazione, seppellendosi a lungo nella melma. Passano le ore diurne nascosti sotto sassi e cominciano ad essere attivi solo all'imbrunire. Si nutrono sia di invertebrati sia di piante e le specie più grosse (Siren lacertina) anche di piccoli pesci. Si accoppiano in inverno o in primavera e le uova deposte vengono accudite dalle femmine fino alla schiusa primaverile.