Sinān
architetto turco (Kayseri 1489-İstanbul 1588). Attivo durante il regno di Solimano il Magnifico, Sinan viene generalmente ritenuto il migliore degli architetti turchi ed è soprannominato Qoja Miʽmar Sinān (il grande architetto Sinan); da alcuni critici contemporanei è considerato l'equivalente mediorientale del Brunelleschi. Nel 1502 fu inviato a İstanbul, alla scuola dei giannizzeri, e fece rapidamente carriera, partecipando anche ad azioni militari durante le quali ebbe modo di costruire ponti e fortificazioni e di scoprire la sua vocazione per l'architettura, che avrebbe professato per un cinquantennio in ogni parte dell'Impero, dalla Bosnia alla Mecca. Eresse un numero enorme di monumenti (360, secondo i suoi biografi), tra cui moschee, mausolei, caravanserragli e bagni pubblici. Le opere più note di Sinan, da lui stesso indicate come le più rappresentative della sua parabola artistica, sono le moschee di Shehzāde e di Solimano (Suleimaniyye) a İstanbul e di Selim a Edirne: opera di apprendistato la prima, della maturità la seconda e il capolavoro la terza. Sebbene non possa considerarsi un innovatore (è stato anzi accusato di mancanza di originalità, per aver spesso guardato, come ispirazione planimetrica, a S. Sofia di İstanbul), Sinan studiò numerose soluzioni, insieme funzionali ed estetiche, per gli edifici di culto, pur non dimenticando la lezione bizantinaLe sue moschee più importanti possono classificarsi in sei gruppi distinti, dove la cupola ha sempre il posto d'onore, circondata da esedre e semicupole che ne sottolineano lo slancio ascensionale. Il massimo dell'effetto spaziale si ottiene nella moschea di Selim a Edirne, a pianta ottagonale, con una cupola di oltre 31 m di diametro poggiante su eleganti contrafforti e come incastonata, all'esterno, da quattro slanciatissimi minareti.