Simon, Claude

scrittore francese (Tananarive, Madagascar, 1913-Parigi 2005). Viticoltore nel Sud della Francia, Simon esordì con romanzi ancora tradizionali (Le tricheur, 1945, Il baro; Le sacre du printemps, 1954, La sagra della primavera), ma che lo rivelano alla ricerca di nuovi strumenti espressivi, forniti soprattutto, come comunemente si ritiene, da M. Proust e W. Faulkner. Dal 1957 il suo nome appartiene alla storia del nouveau roman e conta al suo attivo alcune opere importanti: Le vent (1957), L'herbe (1958), La route des Flandres (1960; La strada delle Fiandre), Le Palace (1962; Il Palace), Histoire (1967; Storia), La bataille de Pharsale (1969; La battaglia di Farsalo), Les corps conducteurs (1971; I corpi conduttori), Triptyque (1973; Trittico), Leçon de choses (1976; Lezione di cose), Géorgiques (1981; Le georgiche). Obiettivo di Simon è la “restituzione” del passato, attraverso l'alternanza di passato e presente nella memoria e nelle sensazioni. Nel 1984 ha pubblicato il racconto La chevelure de Bérénice (La chioma di Berenice) e nel 1986 l'importante Discours de Stockholm in occasione del conferimento del premio Nobel per la letteratura (1985). Le opere successive, L'invitation (1987) e L'acacia (1989), ribadiscono l'ossessione di un mondo fatto di sole immagini creatrici di insicurezza, mentre Simon si fa promotore di un disimpegno politico degli scrittori. Il suo ventesimo romanzo, Photographies (1992) è composto da 107 foto scattate tra il 1937 e il 1979, intorno alle quali Simon costruisce un'opera fatta di contrasti, di paesaggi, di rotture. Nel 1994 è stata pubblicata la sua corrispondenza con l'artista Jean Dubuffet. In Italia, nel 1999 è uscita la traduzione del suo romanzo Leçon de choses, Il senso delle cose, scritto nel 1975. Del 1997 è il suo romanzo Le Jardin des Plantes.

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