Sillanpää, Frans Eemil
scrittore finlandese (Hämeenkyrö 1888-Helsinki 1964). Dopo aver studiato a Tampere s'iscrisse alla facoltà di scienze naturali dell'Università di Helsinki e si entusiasmò per la filosofia naturale monista di E. H. Haeckel e W. Ostwald il cui influsso è avvertibile anche nella sua opera di scrittore. Nel 1913 abbandonò l'università e ritornò nei suoi luoghi natii per dedicarsi completamente alla narrativa. La maggior parte della sua opera è infatti saldamente e felicemente legata ai luoghi di campagna a lui familiari di cui Sillanpää riesce a darci la percezione quasi fisica penetrando al tempo stesso la psicologia elementare dei suoi abitanti. Caratteristica peculiare della narrativa di Sillanpää è l'unione dell'istintività e primitività campagnola con la cultura raffinata che egli aveva avuto modo di assimilare. Sillanpää esordì col romanzo Vita e sole (1916); al filone naturalista, influenzato da Ryysyrannar Jooseppi di I. Kianto e da Putkinotko di J. Lehtonen, appartengono il romanzo Santa miseria (1919) e il racconto Hiltu e Ragnar (1923). Seguirono i romanzi Silja (1931), La vita di un uomo (1932), Gente nella notte d'estate (1934), Agosto (1941), La meraviglia e la miseria della vita umana (1945). Una scelta delle sue novelle è apparsa nel volume La raccolta di una vita (1948). Sillanpää è autore anche di due libri di memorie: Il giovane viveva la sua vita (1933), Il giorno nel suo culmine (1956). Nel 1939 gli fu assegnato il premio Nobel per la letteratura.