Segre, Liliana
Reduce della Shoah e attivista italiana contro l'antisemitismo e il razzismo (Milano 1930). Figlia di un imprenditore italiano di origini ebraiche, viene costretta ad abbandonare la scuola elementare nel 1938 a seguito delle leggi razziali promulgate dal fascismo. Nel dicembre 1943 il tentativo di fuga in Svizzera organizzato dal padre si conclude con il respingimento alla frontiera e il successivo arresto, cui segue la carcerazione prima a Varese, poi a Como e quindi a Milano. Il 30 gennaio 1944 viene deportata insieme al padre dal binario 21 della Stazione Centrale di Milano, con destinazione il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau; i due vengono separati all'arrivo e il padre è ucciso pochi giorni dopo. Impiegata in una fabbrica di munizioni all'interno del campo, viene liberata dall'Armata Rossa nel 1945. A partire dagli anni '90 avvia un'intensa attività di divulgazione sulla sua esperienza di reduce della Shoah, partecipando a incontri con studenti e a numerosi convegni. Nel 1997 partecipa al film-documentario Memoria, di Ruggero Gabbai. Nel 2004 viene intervistata da Daniela Padoan per il volume Come una rana d'inverno. Conversazioni con tre donne sopravvissute ad Auschwitz. Nel 2005 la sua vicenda è al centro del libro-intervista Sopravvissuta ad Auschwitz. Liliana Segre fra le ultime testimoni della Shoah, di Emanuela Zuccalà. Nel 2009 la sua voce entra nel progetto Racconti di chi è sopravvissuto, una raccolta di testimonianze degli ultimi sopravvissuti italiani dai campi di concentramento, curato da Marcello Pezzetti per conto del Centro di documentazione ebraica contemporanea; nello stesso anno partecipa al documentario Binario 21, di Moni Ovadia e Felice Cappa. Nel 2015 pubblica due libri, Fino a quando la mia stella brillerà (con Daniela Palumbo) e La memoria rende liberi (con Enrico Mentana). Nel 2018 escono i volumi Scolpitelo nel vostro cuore: dal binario 21 ad Auschwitz e ritorno, un viaggio nella memoria, e Liliana Segre: il mare nero dell'indifferenza (a cura di Giuseppe Civati). Nel 2018 è stata nominata dal presidente Sergio Mattarella senatrice a vita del Parlamento della Repubblica italiana "per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale". Tra il 2009 e il 2020 ha ricevuto due lauree e due dottorati honoris causa, rispettivamente dalle università di Trieste, Verona, Bergamo e Roma.