Scordìa

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comune della Città Metropolitana di Catania (38 km), 150 m s.m., 24,26 km², 16.234 ab. (scordiensi), patrono: san Rocco (16 agosto).

Centro delle pendici settentrionali dei monti Iblei, posto al margine meridionale della piana di Catania. Il territorio fu abitato in età romana e già nel Medioevo vi esistette il piccolo casale di Scordia Sottana. L'abitato attuale fu fondato, con impianto a scacchiera, nel 1628 dal principe catanese Antonio Branciforte, alla cui famiglia appartenne fino al 1812. Fu gravemente danneggiato dal terremoto del 1693.§ La chiesa madre di San Rocco, eretta nel 1628 e distrutta dal terremoto, fu ricostruita in forme barocche nel 1712. Al 1644 risale l'ex convento dei Riformati, con l'annessa chiesa di Sant'Antonio da Padova, rimaneggiata nel sec. XVIII, che conserva resti di uno splendido pavimento in ceramica policroma di Caltagirone, le tombe dei principi di Scordia, dipinti di Vito D'Anna e Pietro Paolo Vasta, un Cristo alla colonna ligneo (1739) che viene portato in processione nella Settimana Santa, e un Crocifisso, pure ligneo, attribuito a fra' Umile da Petralia. Degno di rilievo, sebbene assai degradato, il palazzo dei Branciforte, imponente costruzione sei-settecentesca.§ È diffusa la coltivazione di frutta, soprattutto agrumi (sono rinomate le arance rosse), oltre a quella di olive, cereali, ortaggi, uva e mandorle. Attivi sono anche la floricoltura e l'allevamento ovino, caprino, bovino ed equino. Aziende artigiane operano nei settori alimentare, del legno (mobili), della pietra, della carpenteria metallica, dell'abbigliamento e dei concimi.

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