Schmitt, Karl
filosofo tedesco del diritto (Plettenberg, Vestfalia, 1888-1985). Docente presso le università di Bonn, Berlino e Colonia, con l'avvento del nazismo, elaborò le linee guida e i principi giuridici di base del nuovo regime. Arrestato nel 1945, fu processato e poi assolto, ma dovette lasciare l'insegnamento. Avversario radicale del positivismo giuridico e delle teorie di H. Kelsen, sostenitore del principio della norma e paladino dello Stato di diritto, Schmitt è sistematicamente accostato ai teorici della politicità delle regole e del primato dell'autorità. N. Machiavelli, T. Hobbes e J. Donoso Cortés sono in effetti i suoi costanti referenti teorici e la massima “Auctoritas, non veritas facit legem”può essere assunta a sintesi di un pensiero sicuramente permeato di autoritarismo. Il primato della ragione politica, la teoria dello stato d'eccezione e l'individuazione del detentore del potere decisionale, caratterizzano la sua parabola intellettuale e rendono forse ragione della sua adesione al nazismo. Il fondamento ideologico di Schmitt è però nel pensiero teologico conservatore e la stessa deriva politica che lo portò a giustificare (seppure in chiave antibiologistica) la persecuzione razziale non esaurisce la complessità e la vastità del suo pensiero. L'idea di politica come espressione-prosecuzione dell'antagonismo amico-nemico, la critica del diritto formale astratto, la lucida analisi dall'interno del sistema ideologico totalitario, ne fanno un pensatore suggestivo al di là delle concrete scelte politiche e delle compromissioni ideali della sua ricerca. Opere: Der Begriff der Politischen (1927; Il concetto di politica), Positionen und Begriffe im Kampf mit Weimar (1940; Posizioni e concetti nella lotta contro Weimar). Nel 1999 è stato pubblicato in Germania Briefe 1930-1983, un epistolario tra Schmitt e lo scrittoreE. Jünger, documento di straordinaria importanza per la rilettura di tutta un'epoca. Nel 2002 è stato pubblicato in Italia, Land und Meer (Terra e mare), saggio scritto nel 1942 sotto forma di racconto per la figlia Anima, in cui Schmitt traccia la storia del mondo attraverso l'opposizione delle due forze fondamentali della natura, la terra e il mare, determinanti nella vita dell'uomo.