Schütz, Stefan
drammaturgo e scrittore tedesco (Memel 1944). Considerato uno dei drammaturghi più vigorosi della ex DDR, tratta nei suoi drammi, che spesso rielaborano argomenti storici, i problemi e le inibizioni dell'individuo. La sua peculiarità sta nella forza espressiva con cui, lasciatosi alle spalle B. Brecht, mette in scena, da vero erede di H. von Kleist, l'intensità dei sentimenti, l'impeto delle passioni e gli attimi di profonda estasi. Tra i lavori teatrali meritano menzione Majakowski (1971), Odysseus Heimkehr (1972; Il ritorno di Ulisse), Fabrik im Walde (1973; La fabbrica nel bosco), Die Amazonen (1974; Le Amazzoni), Kolhaas (1975-76), Die Seidels (1986). Nella narrativa ha debuttato con Medusa (1986) opera monumentale, paragonata all'Ulisse di J. Joyce. Autore complesso, dotato di grande umorismo e capacità critica, ha affrontato nelle ultime opere in prosa, Katt (1988) e Der vierte Dienst (1990; Il quarto servizio), tematiche di carattere universale come l'inquinamento ambientale, l'utopia dell'amore e dell'onestà, la teoria del complotto cosmico e dell'onnipresenza dei servizi segreti. Il romanzo Peyote (2001) è un monologo comico noir in cui Schütz traspone il mito della tragedia greca nel contesto contemporaneo.