Satura
raccolta di poesie di E. Montale, scritte fra il 1962 e il 1970 e pubblicate nel 1971. Il titolo evoca la satura lanx latina, cioè il piatto colmo di cibi vari da offrire agli dei e oltrepassa l'accezione di “miscellanea” per alludere a una poesia che infrange ogni vincolo schematico assumendo il tono di un'amabile dissacrazione. Il poeta, disilluso dal mondo contemporaneo dominato dai mass media, satireggia sugli aspetti più volgari e gretti del consumismo. Nei 28 Xenia della prima parte Montale instaura un colloquio con la moglie scomparsa, cogliendo le “occasioni” offerte da fulminei ricordi, da battute di dialogo, dalle piccole circostanze della vita di ogni giorno. In Satura, la parte più nuova della raccolta, il poeta immette motivi politici e sociali, speculativi e teologici, nel campo magnetico della sua lirica, alternando esiti prosastici a impennate liriche che richiamano la varietà timbrica degli Ossi di seppia.