Satō, Haruo
romanziere e poeta giapponese (Shingū, prefettura di Wakayama, 1892-Tōkyō 1964). Esordì agli inizi del secolo con poesie e articoli pubblicati su riviste come Mita bungaku e Subaru. Si avvicinò così alla corrente poetica “romantica” e alla sua principale esponente letteraria, la poetessa Yosano Akiko. Le sue poesie, da un iniziale interesse politico e sociale, si indirizzarono ben presto a toni lirici e sentimentali, ritrovabili nella raccolta Junjō shishū (1921; Raccolta di poesie votate ai sentimenti). Tra i suoi racconti si ricordano Supeinken no ie (1917; La casa del cane spagnolo), apprezzato soprattutto per l'atmosfera esotica e lirica. Fecero seguito Den'en no yūtsu (1919; Malinconia campestre) che in un intreccio quasi inesistente propone gli stati d'animo, la solitudine e lo spleen del protagonista. Simile nel titolo ma di diversa impostazione è invece Tokai no yūtsu (1922; Malinconia cittadina), che presenta un maggior realismo descrittivo e una trama più consistente. Nel dopoguerra Sato si rivolse a opere storiche o biografiche, tra le quali la più famosa è Akiko mandara (1954; Il mandala di Akiko), dedicata alla stessa Yosano Akiko. È stato autore anche di pregevoli saggi, come Kindai Nihon bungaku no tenbō (1950; Panorama della letteratura giapponese moderna) e di interessanti esperimenti nel campo del romanzo giallo.