Satī
nella mitologia indiana uno dei molti aspetti di Pārvatī-Śakti. Figlia di Dakṣa, nemico di Śiva, sposò quest'ultimo contro il volere del padre, ma neppure le nozze posero fine all'inimicizia tra i due, al punto che Sati, angosciata dalle continue offese che il padre e il marito continuavano a scambiarsi, scelse di gettarsi nel fuoco sacrificale per non sopravvivere alla vergogna. Secondo la leggenda, Śiva, in preda a vivissimo rimorso, raccolse il corpo carbonizzato della moglie e fece voto di portarlo sempre sul capo. Viṣṇu, tuttavia, temendo che con questo mezzo di penitenza egli arrivasse a procacciarsi un potere eccessivo, lanciò il suo disco contro il cadavere della dea smembrandolo e facendo sì che ciascun luogo sul quale era caduta una parte di lei diventasse un luogo sacro. A questo episodio mitico si fa risalire il costume, praticato fino al sec. XIX, di bruciare vive le vedove sul rogo funebre del marito.