Santadi
Indicecomune in provincia di Carbonia-Iglesias, 135 m s.m., 115,59 km², 3767 ab. (santadiesi), patrono: san Nicolò (prima domenica di settembre).
Centro del Sulcis, situato alla destra del rio di Santadi; è compreso nel Parco Geominerario della Sardegna. Sorto in un'area di insediamenti protostorici, nel Medioevo fece parte, con il nome di Sant'Agata o Santa Ada de Sulcis, della curatoria di Sulcis, compresa nel Giudicato di Cagliari (sec. XI). Passato ai Della Gherardesca nel 1258, dopo la conquista aragonese (sec. XIV) fu assegnato al vescovo di Iglesias e, nel 1759, passò all'arcivescovo di Cagliari, cui rimase fino all'abolizione dei feudi (1839).§ Nel paese sorge la parrocchiale di San Nicolò, ricostruita nel sec. XIX, con l'originaria cappella quattrocentesca di Santa Maria delle Grazie. Nel Museo Archeologico è esposta una raccolta di reperti databili dal periodo prenuragico a quello fenicio-punico. In una tipica abitazione contadina, ubicata in un fabbricato in trachite degli inizi del Novecento, è stata allestita la Casa Museo “Sa Domu Antiga”.§ L'economia si basa sull'agricoltura, che produce uva, olive, cereali e ortaggi, e sull'allevamento ovino e caprino. La piccola industria opera nei settori alimentare (mulini, frantoi, caseifici e aziende enologiche), dei laterizi e della lavorazione del legno. È zona di turismo escursionistico per i vasti boschi e per le numerose grotte, tra cui quella di Pirosu, con un santuario nuragico interno, e quella di Is Zuddas, dalle straordinarie formazioni rocciose.§ La prima domenica di agosto si svolge la celebrazione del Matrimonio Mauritano, un rito nuziale di tradizione pastorale e contadina, durante il quale gli sposi indossano il costume tipico locale, is Maurreddus.Nei dintorni si trova la fortezza fenicio-punica di Pani Loriga, fondata nel sec. VII a. C. su un'area caratterizzata da domus de janas e nuraghi; il complesso è cinto da mura e comprende un'acropoli, un quartiere abitativo e un santuario isolato.