Sahara Occidentale
IndiceGeneralità
Territorio dell'Africanordoccidentale, affacciato a W per 1062 km all'Oceano Atlantico e limitato dal Marocco a N, dall'Algeria a NE e dalla Mauritania a E e a S. Ha una superficie di 252.120 km² e una popolazione di ca. 568.500 ab. (stima del 2012), per lo più nomadi; la lingua locale è l'hasanía (dialetto arabo ricco di vocaboli berberi); usato anche lo spagnolo. La maggior parte della popolazione è musulmana sunnita. Capoluogo è Al Aaiún; altri centri sono Dakhla (ex Villa Cisneros) e Semara. Il territorio è costituito da una grande pianura costiera che si eleva gradatamente verso l'interno con una serie di ripiani terrazzati, la cui altitudine non supera quasi mai i 500 m, e interrotti da depressioni ricche di depositi salini; in gran parte coperto dal deserto nelle sue forme più tipiche (hamada, serir, erg), è attraversato dai solchi profondi e quasi sempre asciutti di numerosi uidian (Saguia El Hamra con l'affluente Uad El Jat; Uad Atui). Il clima è di tipo desertico, con elevate temperature e scarse precipitazioni, inferiori a 100 mm annui. Le principali risorse economiche sono la pesca, la pastorizia (cammelli, caprini, ovini), l'estrazione di salmarino e soprattutto quella di fosfati, di cui esistono enormi giacimenti a Bu Craa. Al tempo dell'amministrazione spagnola il territorio, denominato Sahara Spagnolo e corrispondente alle antiche colonie di Saguia El Hamra e Río de Oro, era ripartito nelle regioni amministrative di Nordeste, Norte e Sur.
Storia
Nel sec. XIV i Portoghesi fondarono sulle coste del territorio alcuni stabilimenti. Nel secolo seguente la sovranità sui possedimenti portoghesi, che avevano per centro la zona del Río de Oro, passò alla Spagna. Tuttavia per lungo tempo gli Spagnoli si curarono soltanto di proteggere i loro traffici e la pesca lungo le coste e solo nel 1884 proclamarono il loro protettorato sul territorio. Dopo la scoperta all'inizio degli anni Settanta del sec. XX di ingenti risorse minerarie nella regione, i Paesi limitrofi, e in particolare il Marocco e la Mauritania, sostenevano la tesi di una spartizione a loro favore del territorio, mentre la Spagna si dichiarava disposta a riconoscere alle popolazioni native il diritto all'autodeterminazione a mezzo di un referendum sotto il controllo dell'ONU (soluzione appoggiata anche dall'Algeria e dal Fronte Popolare di Liberazione del Saguia El Hamra e del Río de Oro o Polisario, costituito nel 1973). Nel 1974 il governo marocchino lanciò la campagna per l'annessione del Sahara Occidentale e nel novembre 1975 ordinò l'avvio di una “marcia verde”, cui presero parte 300.000 volontari, per l'occupazione pacifica del territorio del Sahara Occidentale. La tensione tra le parti minacciava di sfociare in un duplice conflitto armato tra Marocco e Spagna e tra Marocco e Algeria. Il 14 novembre 1975 era però raggiunto a Madrid un accordo che prevedeva il passaggio del territorio al Marocco e alla Mauritania. La decisione non avrebbe impedito al Polisario, sostenuto dall'Algeria e dalla Libia, di continuare a rivendicare l'indipendenza della regione, tanto da dichiarare nel febbraio 1976 l'indipendenza del Sahara Occidentale e costituire contemporaneamente un governo provvisorio, proclamando la Repubblica Araba Sahariana Democratica (RASD). La nuova Repubblica otteneva l'immediato riconoscimento di alcuni Paesi africani. Ma nell'agosto del 1979 il Marocco procedeva, con un atto di forza, all'annessione della zona ex mauritana del Sahara Occidentale. La proposta lanciata dall'Organizzazione dell'Unità Africana (OUA) nel 1980 di un referendum sull'indipendenza del Sahara Occidentale vedeva l'opposizione del Marocco, ma nei confronti del popolo sahrawi cresceva l'attenzione e il consenso internazionale.L'insistenza dell'allora segretario delle Nazioni Unite, J. Pérez de Cuéllar portava a un accordo (1991) per il cessate il fuoco, il ritiro di parte del contingente militare marocchino, l'indizione di un referendum sul futuro del Sahara Occidentale, da tenersi entro il gennaio 1992. Allo scopo veniva anche istituita la Missione internazionale delle Nazioni Unite per il referendum nel Sahara Occidentale (Minurso). Ma le autorità marocchine, che avevano dovuto piegarsi di fronte alla pressione internazionale, si rifiutavano nei fatti di considerare l'eventualità di un'indipendenza del Sahara Occidentale. Dopo alterne vicende, nel settembre 1997 i rappresentanti del governo marocchino e del Polisario hanno firmato un accordo per indire un referendum sull'autodeterminazione della regione. Previsto per il 1998, il referendum è stato rinviato al 2002; poi nel 2003 la missione ONU nella regione è stata prorogata per consentire l'esame di una nuova proposta di pace, che prevede un referendum entro cinque anni, durante i quali l'area sarà soggetta a un'Autorità del Sahara Occidentale (ASO).