Sèstu

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comune in provincia di Cagliari (12 km), 44 m s.m., 48,32 km², 15.233 ab. (sestesi), patrono: san Gemiliano (1° settembre).

Cittadina del Campidano, situata sulle rive del rio is Cannas. Probabile stazione romana al sesto miglio da Cagliari, da cui deriverebbe il nome, fece parte nel Medioevo del Giudicato di Cagliari, nella curatoria del Campidano o di Civita. Nel 1258, anno della spartizione del giudicato, passò ai Della Gherardesca. Conquistata dagli Aragonesi, che la sottrassero ai pisani, nel 1324 fu concessa in feudo a Berengario Carroz e, nel 1363, fu inclusa nella Contea di Quirra, eretta a marchesato per i Centelles dagli spagnoli (1603). Passata sotto i Savoia agli Osorio de la Cueva (1798), con la caduta del regime feudale (1839) divenne del demanio. § Notevoli sono la duecentesca chiesa di San Salvatore, a tre navate, e la parrocchiale di San Giorgio, eretta nel 1567 in forme gotico-catalane, con facciata a coronamento merlato stretta tra contrafforti obliqui. § La vicinanza del capoluogo favorisce lo sviluppo del settore commerciale, dei depositi logistici e dell'industria, che opera prevalentemente nei settori alimentare, metalmeccanico (macchine utensili e minuterie), dei materiali da costruzione e dei serramenti. Sono tuttora fiorenti l'agricoltura, che produce cereali, ortaggi, uva e frutta, la floricoltura e l'allevamento di ovini e caprini. § Nei dintorni sorge la duecentesca chiesa di San Gemiliano, con due navate e due absidi, sul modello di quelle costruite dai monaci di San Vittore di Marsiglia, con ornamenti in stile orientale all'esterno; è frequentata meta di pellegrinaggi. Poco distante si trova un villaggio prenuragico con circa sessanta capanne.

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