Rouch, Jean
cineasta francese (Parigi 1917-Birni-n'Konni, Niger, 2004). Etnografo, penetrò col cinema nel mondo umano dell'Africa nera, prima registrandolo nelle sue cerimonie magiche (Les fils de l'eau, 1947-52; Les maîtres-fous, 1955), poi in testimonianze socio-psicologiche (Jaguar, 1954, edizione definitiva 1967; Moi un noir, 1957-58). In La pyramide humaine (1960) confrontò neri e bianchi sul tema razziale, in Chronique d'un été (1961) spostò l'inchiesta a Parigi, animando col sociologo E. Morin una sorta di psicodramma modellato sul “cinéma-vérité”. Il suo film più poetico è stato La chasse au lion à l'arc (1957, edizione definitiva 1965), mentre in Petit à petit (1967-70) ha esplorato la società parigina dal punto di vista dell'umorismo africano, proseguendo nella sua raccolta di documenti africani con Babatou ou les trois conseils (1976) e Les cérémonies soixantenaires du Sigui (1981). Successore di Costa-Gavras alla testa della prestigiosa Cinémathèque Française, Rouch ha continuato la sua produzione con Dyonisos (1984), Bac ou mariage (1988), Liberté, égalité, fraternité, et puis apres... (1990), Cantate pour deux generations (1990), Madame l'Eau (1993), Moi fatigué debout, moi couché (1997).