Rivière, Jacques

scrittore francese (Bordeaux 1886-Parigi 1925). Segretario della Nouvelle revue française fin dalla fondazione (1909), vi collaborò come critico letterario e i suoi penetranti e quasi profetici giudizi su Gide, Claudel, Proust, ecc. lo rivelarono portavoce di una cultura autentica e non viziata dal decadentismo (Études, 1912). Dopo la guerra e la lunga prigionia in Germania assunse la direzione della rivista, aprendola ai grandi talenti non conformisti dell'epoca, da Proust a Joyce, a Thomas Mann. Scrisse un libro di riflessioni sull'esperienza della prigionia, L'Allemand (1918), un romanzo rigorosamente classico, Aimée (1922), e saggi pubblicati postumi: À la trace de Dieu (1928), frutto di un'inquieta ricerca religiosa, Rimbaud (1930), Moralisme et littérature (1935). Grande interesse rivestono gli epistolari con Proust, Claudel e il cognato Alain-Fournier, cui lo legò un'intensa amicizia iniziata sui banchi del liceo.

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