Reverdy, Pierre
poeta francese (Narbona 1889-Abbazia di Solesmes, Sarthe, 1960). Due esperienze nettamente distinte segnarono la sua esistenza: l'intensa vita parigina al centro dell'avventura cubista con Braque, Picasso e Juan Gris e il totale isolamento di Solesmes durato dal 1926 alla morte, dopo una breve conversione al cattolicesimo. Alla prima stagione risale l'elaborazione di una poetica dominata dalla presenza di forme e volumi e dalla ricerca di una realtà concettuale. Esercitò in quegli anni un'importante funzione di rinnovamento dalle pagine della rivista Nord-Sud, dalla quale i surrealisti attinsero, tra le altre, la teoria dell'immagine come “avvicinamento di due realtà”. Dal surrealismo lo separarono tuttavia il senso della realtà concreta e la ricerca tutta personale di scarna purezza poetica. Pubblicò Poèmes en prose (1915; Poemi in prosa), La lucarne ovale (1916; L'abbaino ovale), Les ardoises du toit (1919; Le ardesie del tetto), Les épaves du ciel (1924; I relitti del cielo), Sources du vent (1929; Sorgenti del vento), Ferraille (1937; Ferraglia), Le chant des morts (1948; Il canto dei morti), raccolti nei due volumi di Plupart du temps (1945; La maggior parte del tempo) e Main-d'œuvre (1949; Mano d'opera). Tre libri di prose morali ed estetiche (oltre a due romanzi poetici) completano il panorama della sua esperienza spirituale: La gant de crin (1927; Il guanto di crine), Le livre de mon bord (1948; Il mio libro di bordo), En vrac (1956; Alla rinfusa).