Repùbblica Sociale Italiana
Indice(RSI), denominazione assunta dal governo fascista instaurato nel territorio italiano occupato dai nazisti. Fondata da Mussolini il 23 settembre 1943, in sostituzione del Partito Nazionale Fascista, servì di pretesto ai nazisti per controllare, con parvenza di legalità, quella parte del territorio italiano non occupata dagli Alleati. Mussolini, intendendo recuperare le caratteristiche originarie del movimento fascista, delineò da radio Monaco i connotati essenziali del nuovo regime: “Lo Stato che noi vogliamo instaurare sarà nazionale e sociale nel senso più lato della parola: sarà cioè fascista nel senso delle nostre origini”. La RSI, capitale provvisoria Salò, era guidata da Mussolini, capo dello Stato, dal segretario del partito Pavolini, dal comandante delle milizie Renato Ricci; ministro degli Interni era Buffarini-Guidi, della Giustizia Tringali Casanova, delle Finanze Pellegrini, della Difesa Graziani, dell'Educazione Nazionale Biggini, della Cultura Popolare Mezzasoma. Obiettivi della nuova repubblica furono la continuazione della guerra al fianco della Germania, la creazione di un efficiente apparato militare, l'attuazione di un nuovo ordinamento politico ed economico tale da prevedere tra l'altro la socializzazione delle industrie. Nessuno di questi scopi fu raggiunto e l'intero programma (il noto “manifesto di Verona”) della RSI restò scolorita propaganda. Nel corso della sua esistenza (cessata il 25 aprile 1945 con la Liberazione) la RSI si vendicò di quei notabili del regime che nella riunione del Gran Consiglio del 24-25 luglio 1943 avevano votato l'ordine del giorno Grandi (processo di Verona, 8-10 gennaio 1944), ma nulla poté contro la progressiva affermazione della Resistenza.
Bibliografia
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