Rainaldi, Carlo
architetto italiano (Roma 1611-1691). Sviluppò la tradizione tardomanierista dell'architettura romana, fondendola con la problematica barocca dei suoi grandi contemporanei, e specialmente del Bernini. Cominciò a praticare l'architettura con il padre, Girolamo Rainaldi, dal quale ereditò il gusto per i modelli manieristi settentrionali, e col quale collaborò fino al 1655 (altare maggiore di S. Girolamo della Carità, 1645; progetto per S. Agnese in Agone, fino al subentro del Borromini, 1652-56). Ma fu dopo la morte del padre che Carlo trovò felice espressione autonoma, lavorando nell'ambito della grandiosa celebratività aulica controriformista. La chiesa di S. Maria in Campitelli (1656-65), suo capolavoro, voluta da papa Alessandro VII, ha un carattere scenico prefiguratore degli sviluppi tardobarocchi e unico in Roma per la planimetria articolata in spazi successivi ritmati da colonne libere e per la facciata a edicola. Contemporaneamente l'artista progettò la facciata della chiesa di S. Andrea della Valle, già iniziata secondo un progetto di C. Maderno (le rettifiche classicheggianti sembrano addebitarsi a C. Fontana che fu assistente del Rainaldi dal 1661 al 1662). Di notevole interesse è la realizzazione delle due chiese gemelle di piazza del Popolo; S. Maria di Montesanto (1661-63) e S. Maria dei Miracoli (1675-81), che avrebbero costituito il grandioso fondale architettonico della piazza, unico ingresso a nord della città; se la sistemazione urbanistica (regolarizzazione della piazza e dell'arrivo delle tre strade su di essa) fu opera originale del Rainaldi, non così l'aspetto forzatamente classico dei prospetti, esito della collaborazione col Bernini e con C. Fontana. Tra gli ultimi lavori dell'intensa attività professionale del Rainaldi, che contribuì a creare il volto barocco di Roma, si ricorda la sistemazione dell'abside di S. Maria Maggiore (1669-75).