Radicati, Albèrto

filosofo e agitatore religioso (Torino 1698-L'Aia 1737). Nato da nobile famiglia piemontese, venne educato a corte, ma ben presto manifestò insofferenza sia per le convenienze del suo grado sociale sia per i vincoli dei dogmi religiosi. Il re Vittorio Amedeo II cercò di far uso della sua intelligenza per definire le sue relazioni con la Santa Sede, ma le mire di Radicati andavano ben oltre e investivano anche la vita politica del tempo, auspicando riforme profonde sia per la Chiesa sia per lo Stato. Naturalmente non era questa l'intenzione del re ed egli finì per perderne il favore al punto che dovette riparare a Londra. Qui lanciò un “manifesto”, in cui vibrava l'aperta rivolta ai dogmi della Chiesa cattolica e propendeva verso un deismo filosofico. Scrisse inoltre il memoriale che il re gli aveva chiesto per orientarsi nella sua politica con la Santa Sede e l'intitolò Discours moraux, historiqueset politiques (1730). In esso Radicati si richiama ai primordi del cristianesimo e alla politica sociale degli apostoli per rimproverare alla Chiesa la sua degenerazione politica, causa prima della sua decadenza morale e della sua volontà di dominio sulle cose terrene, proponendo come rimedi a tanti mali: il diritto dello Stato alla nomina degli ecclesiastici; la confisca di tutti i beni ecclesiastici e la sottrazione ai religiosi dell'insegnamento; l'abolizione dell'Inquisizione. Nel 1732 pubblicò una seconda opera: A Philosophical Dissertation upon Death (Una dissertazione filosofica sulla morte), in cui esaltava il suicidio come massima espressione della libertà dell'uomo. Intervennero allora le autorità ecclesiastiche inglesi e lo fecero imprigionare. Ottenuta la libertà, riparò in Olanda, dove col nome di Albert Bazin continuò tenacemente la sua opera di liberazione degli spiriti. Morì povero e abbandonato, ma la sua opera ebbe vasta eco in Francia (con Voltaire), in Germania (con Mosheim e Hamann), in Inghilterra (con Th. Hollis) e nella stessa Italia. Illuminista convinto, Radicati teorizzava una democrazia egualitaria caratterizzata dall'assoluta comunanza dei beni quale mezzo per la realizzazione dei precetti cristiani e per ottenere la forma di governo più adatta alla natura, libera e razionale, dell'uomo.

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