Procèsso, Il-
(Der Prozess), romanzo dello scrittore boemo di lingua tedesca F. Kafka, scritto nel 1914-15 e pubblicato nel 1925. Il funzionario di banca Joseph K. viene informato di essere sotto processo. L'uomo può continuare a vivere la sua vita consueta, giacché nessun capo di accusa gli viene notificato, ma sappia che contro di lui l'accusa sta lavorando. Adeguandosi all'oscura “realtà” di questa nuova situazione, l'impiegato si rende ben presto conto di essere entrato in un gioco assurdo a cui è ormai impossibile sottrarsi. Si presenterà alle udienze di un arcano tribunale situato nelle soffitte dei quartieri popolari e si accorgerà che tutti in città, in un modo o nell'altro, sanno della sua sventura. Scoprirà a poco a poco di essere solo di fronte all'incognita del giudizio, di non avere difesa valida, di non poter opporre nulla e nessuno al suo accusatore. Subirà e accetterà la condanna come ineluttabile conseguenza della sua incapacità di capire. L'uomo, partecipe di un mondo il cui meccanismo gli sfugge, avverte l'assurdità di una condizione che lo ha posto in un “fabbricato” di cui non sa scoprire l'uscita, che pur deve esistere. Geometrico e angoscioso, il mondo domina l'individuo, che vi si è adattato sia pur con piccoli, sopiti palpiti di ribellione. Ma il sentimento di partecipare in qualche modo al gioco della macchina infernale è alle radici di un senso di colpevolezza la cui liberazione potrà venire soltanto da un giudizio cui inconsciamente l'uomo anela. Essere giudicati vuol dire essere liberati e in questa logica alienante l'uomo si presenta, vittima rassegnata, al carnefice che gli affonda il coltello nel cuore. Joseph K. è infine libero nella morte, sopravvivente a lui la vergogna di essere stato creatura incapace di penetrare la ragion d'essere o di approfondire i rari momenti dell'intuizione di una verità più alta. L'ordine dei capitoli del romanzo fu stabilito da Max Brod ed è stato soggetto di lunghe controversie. La critica è tuttavia d'accordo nel riconoscere nell'incorporata parabola Vor dem Gesetz (1914; Davanti alla legge) il bandolo di ogni possibile interpretazione.