Prišvin, Michail Michajlovič
scrittore russo (Chruščevo, Orel, 1873-Mosca 1954). Agronomo di professione, è considerato uno dei migliori stilisti russi del Novecento per i suoi racconti e bozzetti che risentono l'influsso di Remizov e che riflettono l'interesse per l'etnografia e, soprattutto, un profondo amore per la natura, attentamente osservata durante lunghi vagabondaggi compiuti attraverso la Russia, vivendo di caccia e di pesca, e dettagliatamente descritta in Nel bosco degli uccelli non spaventati (1905), La pagnottella magica (1908), Le sorgenti di Berendej (1925), Il prato d'oro (1928), La radice di vita (1933), Il disgelo della foresta (1943), Miele di là dal confine (1951). Queste opere in realtà sono soltanto capitoli di un unico poema in prosa sulla natura, al quale appartiene anche idealmente l'incompiuto romanzo autobiografico La catena di Kaščej (1923-54), il cui titolo ha il simbolico significato della duplice catena dell'oppressione e del pregiudizio da cui l'uomo deve liberarsi per ritrovare la comunione con le forze vivificatrici della natura. A sfondo autobiografico è anche il suggestivo racconto Kurymuška (1924), rievocazione della magica atmosfera dell'infanzia.