Prato (provincia)

Indice

provincia della Toscana, 365 km², 245.742 ab. (stima 2007), 664 ab./km², capoluogo: Prato. Comuni: 7. Sigla: PO.

Generalità

Istituita nel 1992, con l'attribuzione di 7 comuni della provincia di Firenze, è la meno estesa tra le province toscane ed è delimitata da quelle di Bologna, Pistoia e Firenze. Il territorio è prevalentemente collinare, ma dalle forme dure e decise, fatta eccezione per la pianura dove il fiume Bisenzio si allunga prima di confluire da destra nell'Arno e dove sorge il capoluogo.

Territorio

Il confine settentrionale del territorio provinciale corrisponde grossomodo al crinale appenninico, dal monte Calvi al monte Citerna; a E segue la linea dei monti della Calvana, con il Monte Maggiore (916 m); a S il crinale del monte Albano e il corso dell'Arno; a W, infine, corrisponde al corso del torrente Limentra Inferiore e a quello del torrente Agna. Alle spalle del capoluogo provinciale si apre angusta la valle del fiume Bisenzio, con andamento NS fra la lunga catena dei monti della Calvana, che la limita a E, e le alture di Poggio Cattarelle (1009 m) e la cima più elevata della provincia, il monte Bucciana (1204 m), che la fiancheggiano a Occidente. I principali corsi d'acqua che scorrono nel territorio, oltre al Bisenzio, sono l'Ombrone Pistoiese, affluente dell'Arno, e i torrenti Limentra Inferiore e Agna, tributari dell'Ombrone. Oltre a un lieve rischio sismico, le emergenze ambientali sono relative al regime torrentizio dei corsi di acqua, che possono provocare inondazioni. Il clima presenta caratteri di semicontinentalità, ma è più freddo rispetto ad altre valli toscane, anche perché non di rado dal crinale emiliano scende il vento di tramontana. Come per le altre province toscane, anche nel Pratese il saldo del movimento naturale della popolazione, agli inizi del sec. XXI, risulta essere negativo, sebbene tale dato sia sensibilmente inferiore alla media regionale. Notevole è, invece, il flusso migratorio, soprattutto dall'estero, che bilancia sensibilmente il precedente dato negativo. La limitatezza del territorio e il fatto che il capoluogo accolga i tre quarti della popolazione provinciale, fanno sì che non si possa parlare di una vera e propria struttura urbana. Dopo Prato, verso cui gravita la parte meridionale e pianeggiante della provincia, inserita nella conurbazione che da Firenze giunge fino al capoluogo provinciale, estendendosi anche oltre, gli altri centri principali sono Montemurlo, Carmignano e Vaiano. Per quanto riguarda il sistema viario il territorio provinciale, oltre a essere attraversato in senso EW da un piccolo tratto dell'autostrada A11, che collega Firenze al mare, è percorso per tutta la sua lunghezza, in direzione NS, dalla SS 325, proveniente da Bologna. La SS 64, proveniente anch'essa da Bologna, nell'ultimo tratto congiunge il capoluogo con Pistoia. Dal punto di vista ferroviario vi si incrociano la linea diretta Bologna-Firenze con quella che da Firenze giunge a Lucca e Pisa, collegandosi con la linea ligure-tirrenica.

Economia

Il settore primario svolge un ruolo marginale nell'economia della provincia, la cui parte pianeggiante è intensamente urbanizzata, mentre la parte collinare è sede di un'agricoltura promiscua, dove prevalgono le rotazioni cerealicole e foraggere, destinate quest'ultime ad alimentare il locale allevamento bovino e suino. Il punto di forza, invece, è rappresentato dal settore della lavorazione della lana, che, sviluppatosi costantemente nel tempo sia nel capoluogo sia nei comuni che formano il cosiddetto “bacino tessile pratese”, costituisce il distretto industriale di Prato. Questo, a partire dagli anni Novanta del sec. XX, ha iniziato a indirizzare i propri prodotti soprattutto verso i mercati internazionali. L'attività tessile ha funzionato anche da propulsore per altre branche industriali, come quelle dell'abbigliamento, chimiche e meccanotessili. Dalla fine del sec. XX, tuttavia, si vanno manifestando episodi di diversificazione produttiva, con il consolidamento di settori dell'industria solo indirettamente o per nulla collegati con il comparto tessile. È questo il caso dell'industria meccanica, nata da attività di manutenzione e riparazione di macchine tessili e divenuta, poi, autonoma, ma anche dell'industria chimica (oleanti, detergenti, coloranti), della plastica e del legno. Ulteriori comparti produttivi in evoluzione sono relativi alla lavorazione del cuoio (valigie, scarpe, articoli da regalo). Il terziario è presente nei settori dell'amministrazione pubblica, dei servizi alle imprese e delle attività commerciali. Non molto sviluppato è il turismo, tranne che nel capoluogo, che unisce alla sua immagine industriale un patrimonio monumentale di un certo rilievo.

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