Poliduri, Maria
poetessa greca (Kalamata 1902-Atene 1930). Bella, abile nel canto e nella danza, dal dicembre 1926 al 1928 visse con febbrile disordine a Parigi e ne tornò minata dalla tisi di cui morì: il 21 luglio 1928 era morto suicida il poeta Kariotakis, il grande amore della sua vita. L'amore è il fulcro della sua poesia (Trilli che si spengono, 1928; Voci sull'abisso, 1930, che contiene la lirica A un giovane suicida, dedicata a Kariotakis) che la colloca fra i crepuscolari della generazione del Venti. È una poesia che somiglia spesso a un delirio, ma in cui l'autenticità di un'anima che si denuda e si macera s'impone con una conturbante evidenza, anche là dove l'espressione s'intorbida o annaspa. Postumi (1961; 1982) sono stati pubblicati i 2 vol. degli Apanta.