Pleynet, Marcelin
poeta critico letterario francese (Lione 1933). Appartiene al gruppo della rivista Tel Quel, sulla quale ha pubblicato i primi testi teorici e poetici di avanguardia, di poesia atomizzata per così dire, dietro all'apparente disordine della quale si cela l'aspirazione all'ordine segreto degli alchimisti, dei poeti pazzi o “serenamente tesi”, come René Char, cui si riferisce nell'opera più nota: Paysages en deux, seguito da Les signes de la prose (1963). Tra le altre opere di Pleynet si ricordano: Provisoires amants des Nègres, premio Fénéon 1963, Comme (1965), L'enseignement de la peinture, saggi (1971), Stanze. Incantation dite au bandeau d'or I-IV (1973), Art et Littérature (1977) su Sade, Artaud e i surrealisti, Système de la peinture (1977) su Matisse, Mondrian e la Bauhaus, e Transculture (1979) raccolta di conferenze e colloqui. Con i versi e la prosa di Fragments de cœur (1984), propone una sua nuova originalità. Ha anche scritto alcuni diari intimi: Le voyage en Chine (1974), Spirito pellegrino (1979), L'Amour (1982), e il romanzo autobiografico, Prise d'otage (1986). Dopo Le jour et l’heure (1989) è uscito La vie à deux ou trois (1992), un'educazione sentimentale contemporanea. La poesia come liberazione dalla barbarie è un tema che ritroviamo nella raccolta Le propre du temps (1995).