Platen-Hallermünde, August von-
poeta tedesco (Ansbach, Franconia, 1796-Siracusa 1835). Cadetto e paggio alla corte di Monaco, combatté in Francia, studiò a Würzburg ed Erlangen, fu allievo di Schelling e in contatto con Jean Paul, J. Grimm, Goethe, Rückert, e col chimico Liebig. Travagliato dalle sue tendenze omosessuali, si ritirò in Italia, dove visse tra Napoli, Roma e Firenze, diventando amico di molti patrioti. Genio versatile e raffinato conoscitore della poesia classica e orientale, dà voce alle aspirazioni estetizzanti e alle lacerazioni ideologiche dell'ultimo romanticismo, di cui formula quasi un manifesto nella celebre poesia Tristan (1825), dove i versi “Chi ha guardato coi suoi occhi la bellezza è già preda della morte” sintetizzano il suo mondo poetico e sono presentimento del desiderio di morte della borghesia del II Reich espresso più tardi da Wagner. Platen-Hallermünde, maestro del sonetto e imitatore del persiano Hāfiz (quindi anche del Divano di Goethe) in Der Spiegel des Hafis (1824; Lo specchio di Hāfiz), ha dato anche commedie fiabesche alquanto leziose, e commedie satiriche, quali Die verhängnisvolle Gabel (1825; La forchetta fatale) diretta contro il dramma romantico del destino. Ma la sua immensa fortuna durante il sec. XIX è dovuta in buona parte alle ballate storiche, tra cui Der Pilgrim vor St. Just (1819; Il pellegrino davanti a S. Giusto) e Das Grab im Busento (1820; La tomba nel Busento), tradotte da Carducci.