Pivano, Fernanda

traduttrice e saggista italiana (Genova 1917-Milano 2009). Allieva di C. Pavese, ha svolto un ruolo centrale nella divulgazione della letteratura americana in Italia. Dal primo lavoro (la traduzione della Spoon River Anthology di E. Lee Masters che, apparsa in edizione parziale nel 1943 e pubblicata integralmente nel 1947, assunse il carattere di una “scoperta”), ha riconfermato le sue doti di eccellente traduttrice e talent scout editoriale, da Scott Fitzgerald, Hemingway, Faulkner, Wilder, alla beat generation (A. Ginsberg, J. Kerouac, R. Duncan), ai minimalistiLeavitt, McInerney, Easton Ellis, affiancando una intelligente attività saggistica (tra i suoi saggi: America rossa e nera, 1964; Poesia degli ultimi americani, 1964; C'era una volta un beat, 1976; Beat Hippie Yippie, 1977). Grande successo ha ottenuto la biografia Hemingway (1985), seguita dai romanzi Che cos'è più la virtù (1986), La mia Kasbah (1988), Amici scrittori (1995) e I miei quadrifogli (2000). Agli scrittori d'Oltreoceano sono dedicati anche i tre libri, pubblicati tutti nel 1997, in occasione dell'ottantesimo compleanno: Quello che mi importa è grattarmi sotto le ascelle, intervista a Charles Bukowski, pioniere del genere pulp; Album americano, che raccoglie alcuni interventi critici sulle esperienze più recenti; Altri amici, altri scrittori, ancora legato ai ricordi personali della frequentazione con gli autori più amati. Nel 1998 la Fondazione Benetton le ha intitolato a Milano una biblioteca in cui è conservata, oltre a circa 9000 volumi appartenuti al padre della scrittrice, molta della sua corrispondenza inedita con i protagonisti della letteratura americana. Nel 2000 ha pubblicato il volume Dopo Hemingway, una raccolta di frasi, disegni e riflessioni sulla vita e nello stesso anno ha recitato in Nessun dorma di A. Aglioti, collaborando anche alla sceneggiatura del film. Nel 2002 ha pubblicato il romanzo autobiografico Un po' di emozioni, nel quale,per la prima volta, racconta della propria vita e delle proprie emozioni, in una sorta di viaggio ideale nei luoghi della memoria.