Patto di stabilità e crescita
accordo stipulato nel 1997 in seno all’Unione Europea per garantire che la disciplina di bilancio dei singoli Stati continui dopo l'introduzione della moneta unica; l’accordo istituisce di fatto una sorta di vigilanza sul deficit e sul debito pubblico degli Stati. Formalmente il Patto di stabilità e di crescita è costituito da una risoluzione del Consiglio europeo e da due regolamenti del Consiglio (tutti del 1997) che ne precisano gli aspetti tecnici: in particolare il controllo della situazione di bilancio e del coordinamento delle politiche economiche e l’applicazione della procedura d'intervento in caso di deficit eccessivi. Gli Stati membri si impegnano a rispettare un deficit pubblico non superiore al 3% del PIL e a contenere il debito pubblico al di sotto del 60% del PIL. Modifiche sono state varate tra il 2005 e il 2011 per consentire obiettivi differenziati che tengano conto della peculiarità della situazione di ciascuno Stato membro. Di conseguenza sono stati introdotti otto regolamenti comunitari e un accordo internazionale: il six pack, che prevede un sistema per monitorare le politiche economiche in maniera più estesa, in modo da rilevare problemi come le bolle immobiliari o la perdita della competitività a uno stadio precoce; il two pack, che introduce un monitoraggio sui documenti programmatici di bilancio presentati alla Commissione europea ogni autunno da parte dei Paesi dell'area euro; il trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance (Fiscal compact), che prevede disposizioni fiscali più severe. Nel 2020-2021 il Patto di stabilità è stato sospeso a causa della pandemia da COVID-19.