Pardo Bazán, Emilia, contéssa di-
scrittrice spagnola (La Coruña 1852-Madrid 1921). Di nobile famiglia galiziana, studiò in un collegio francese a Madrid, dove poi aprì il salotto ai migliori ingegni della capitale. Viaggiò in Italia, in Francia, dove conobbe gli scrittori naturalisti, in Austria e Germania traendone servizi giornalistici. Nel 1916 ebbe la cattedra di lingue e letterature neolatine all'Università di Madrid. Di ingegno singolare e, per i tempi, assai ardita, la Pardo Bazán diede il meglio di sé nei romanzi, dove cercò di conciliare il naturalismo zoliano con la tradizione culturale spagnola e con la morale cattolica, riuscendovi a volte felicemente, tanto da porsi tra i migliori narratori dell'epoca. I romanzi che meritano particolare rilievo sono: Pascual López (1879), picaresca autobiografia di uno studente di medicina; Un viaje de novios (1881; Un viaggio di nozze), La tribuna (1883), vigorosa narrazione incentrata su una sigaraia rivoluzionaria; El cisne de Vilamorta (1885; Il cigno di Vilamorta), icastico quadro della vita di provincia; Los pazos de Ulloa (1886; I casali di Ulloa), il suo capolavoro, storia della decadenza di una famiglia aristocratica, in cui rivive efficacemente la natura della natia Galizia; La madre naturaleza (1887; Madre natura), drammatica storia di un incesto; Insolación (1889), Morriña (1889), La quimera (1905) e La sirena negra (1908), dove più accentuato è l'interesse per i problemi religiosi e per un cristianesimo di tipo tolstoiano. Della vasta produzione della Pardo Bazán vanno inoltre ricordati i polemici saggi in difesa del naturalismo (La cuestión palpitante, 1883), che provocarono la reazione di J. Valera (Apuntes), le raccolte di articoli giornalistici (tra cui La revolución y la novela en Rusia, 1887), i libri di viaggio (Por Francia y por Alemania, 1889; Por la España pintoresca, 1895), un'interessante biografia di San Francesco d'Assisi (1881), i numerosi racconti (Cuentos de Marineda, Cuentos de amor, Cuentos sacro-profanos, ecc.).