Paradiso perduto, Il-
(Paradise Lost). Poema di J. Milton pubblicato in dieci canti nel 1667, poi ampliato a dodici nel 1674. È un poema epico di argomento biblico in blank verse, decasillabo non rimato derivato dall'endecasillabo sciolto italiano: la scelta metrica classicheggiante è in armonia con l'adozione d'un linguaggio in cui molto sensibile è la componente latina e la predilezione per i suoi valori sonori e musicali. La cornice generale dell'opera sono i tre capitoletti d'apertura del libro della Genesi, ai quali viene premessa la descrizione del primo risveglio di Satana e delle sue legioni nell'abisso dell'inferno, e del consesso diabolico che sceglierà di vendicarsi per la punizione subita tentando l'uomo, ultima creazione divina, al peccato (libri I e II). La tentazione da parte di Satana avviene in due tempi, prima attraverso un sogno, suggerito a Eva dormiente (libro IV), poi direttamente, sotto le spoglie di serpente (libro IX). La figura della donna viene data da Milton per un verso come dolce, tenera e affascinante, per un altro come diabolica nel suo orgoglio. Per la maggioranza dei critici miltoniani Satana è il personaggio più ambiguo del poema in quanto rappresenterebbe Milton stesso, l'indipendenza irrequieta del suo pensiero. Al di là di queste interpretazioni si può comunque notare che Satana, nell'episodio della tentazione di Eva assume un aspetto negativo che fa dimenticare il carattere eroico della figura all'inizio del poema. Nelle sue prospettive di spazi infiniti e nell'orchestrazione dei suoi temi, nella sua complessa versificazione e nella sonorità degli effetti musicali, il poema si pone come il capolavoro del Seicento inglese e si dimostra massimo esempio della poesia barocca. § Continuazione e rovesciamento del Paradiso perduto è il Paradise Regained (Paradiso riconquistato), poema epico in blank verse di quattro libri, pubblicato nel 1671. L'argomento, tratto dal Vangelo di S. Matteo, è costituito dalle tentazioni di Cristo nel deserto.