Ortega y Gasset, José
IndiceBiografia
Filosofo e saggista spagnolo (Madrid 1883-1955). Figlio dello scrittore Ortega y Munilla, crebbe in ambiente colto. Compiuti gli studi presso i gesuiti a Málaga (1891-97) e a Deusto (1897-98), si laureò in lettere e filosofia all'Università di Madrid (1902). Dal 1904 al 1907 approfondì gli studi di filosofia in Germania (Lipsia, Berlino e Marburgo); nel 1908 vinse la cattedra di psicologia, logica ed etica nella Scuola Superiore di Magistero di Madrid, e nel 1912, dopo un altro soggiorno in Germania, occupò la cattedra di metafisica dell'Università di Madrid, vinta due anni prima e conservata fino al 1936 (salvo che negli anni 1929-31, in cui si dimise per protestare contro la dittatura di Primo de Rivera). Nel 1914, alla vigilia della prima guerra mondiale, fondò la Lega di Educazione politica e il settimanale España; successivamente fondò la Revista de Occidente (1923), che diresse fino al 1936, facendone una delle più vive riviste europee di quegli anni. Oppositore acerrimo della dittatura e infine anche della monarchia, alla caduta di questa (1931) fu deputato nel primo Parlamento repubblicano. Emigrato in Francia allo scoppio della guerra civile (1936), si trasferì poi in Argentina (1939-42) e in Portogallo; rimpatriato nel 1945, non riebbe la cattedra universitaria, ma continuò a insegnare in un libero Instituto de Humanidades, da lui fondato, tenendo corsi e conferenze in vari Paesi europei (l'ultima sua lezione fu tenuta nel 1955 a Venezia, presso la Fondazione Cini).
Il pensiero e le opere
Filosofo idealista, almeno in partenza, andò elaborando, attraverso una lunga serie di studi e pubblicazioni (da Descartes y el método trascendental, 1908, a ¿Qué es filosofía?, postumo, 1958, e Origen y epílogo de la filosofía, postumo, 1960), un pensiero proprio, ampiamente articolato, fondato sul concetto della “ragione vitale”, ossia del vivere stesso come un costante rapporto dinamico dell'io con le cose (“io sono io e la mia circostanza”), essendo queste comprensibili solo entro la vita, che ne “dà ragione”. In questa teoria, che Ortega applicò con straordinaria duttilità e intelligenza ai più svariati campi del sapere – dalla storia alla sociologia, dalla politica alla critica letteraria e artistica –, acquista capitale importanza la tesi delle “generazioni”, da cui Ortega trasse nuove e suggestive forme di conoscenza filologica, storica e letteraria. Spinto dalle sue stesse idee basilari verso le “circostanze”, Ortega prese parte attiva alla vita pubblica spagnola, e, certo ricordandosi di essere figlio di un insigne giornalista, espose e applicò le sue idee in centinaia di articoli di giornali e riviste – scritti in un esemplare, nitidissimo castigliano –, e in conferenze, dibattiti, polemiche, animando così, fino al 1936, la vita culturale del suo Paese. Numerosissimi, quindi, e non ancora tutti riuniti in volume i suoi scritti. Dalle Meditaciones del Quijote (1914), prima geniale messa a fuoco del “problema spagnolo”, agli otto volumi del Espectador (1916-34); da Españainvertebrada (1922), che ripropone in forma polemica la tesi delle carenze spagnole di fronte all'Europa, a La deshumanización del arte (1925) e Ideas sobre la novela (1925), breviari estetici della Generazione del '27; da El tema de nuestro tiempo (1923) a La rebelión de las masas (1930), lucide diagnosi delle crisi morali del Novecento; dagli studi su Kant, Goethe, Proust e tanti altri agli articoli e discorsi politici (Rectificación de la República, 1931) ai numerosi testi postumi (El hombre y la gente, corso di sociologia, Goya, Velázquez, Apuntes sobre el pensamiento, Estudios sobre el amor, En torno a Galileo, Meditación de Europa, Idea del teatro, Una interpretación de la historia universal, ecc.), non c'è, si può dire, zona del sapere moderno su cui Ortega non abbia proiettato le sue idee, discutibili spesso, ma sempre suggestive e feconde.
Bibliografia
J. P. Borel, Raison et vie chez Ortega y Gasset, Neuchâtel, 1959; M. Granell, Ortega y su filosofia, Madrid, 1960; F. Vela, Ortega y los existencialismos, Madrid, 1961; R. Senabre Sempere, Lengua y estilo de Ortega, Salamanca, 1964; E. Vigant, Il pensiero di Ortega y Gasset, Padova, 1968; P. Garagorri, Introducción a Ortega, Madrid, 1970; L. Pellicani, Introduzione a Ortega y Gasset, Napoli, 1979; L. Infantino, Ortega y Gasset, Roma, 1990.