Orsèolo
famiglia veneziana che assurse a notorietà quando Pietro I (m. 987) fu eletto doge dal popolo all'unanimità (976), dopo l'eccidio di Pietro IV Candiano. Il suo prestigio di uomo retto e pio frenò per poco passioni, rancori e vendette. Ben presto gli animi si riaccesero ed egli invano sperò di placarli. Giudicato un debole, perse ogni ascendente e finì col ritirarsi a vita monastica. L'esponente più illustre della famiglia fu suo figlio Pietro II, che alla saggezza del padre unì energia e intelligenza politica. Eletto doge (991), all'interno placò le lotte e all'esterno cercò rapporti d'amicizia con gli imperi d'Occidente e d'Oriente, assicurandosi le vie del Po e dell'Adige e il predominio dell'Adriatico. Respinse dalle coste gli Slavi (spedizione in Dalmazia: 1000) e i Musulmani (spedizione in Puglia: 1002-1003); tutto ciò favorì lo sviluppo dei commerci veneziani. Gli succedette il figlio Ottone (1009), assai meno energico ed abile, sotto il quale le lotte interne ed esterne ripresero. Egli vinse la guerra (1023) mossa contro il fratello Orso, patriarca di Grado, da Popone, patriarca di Aquileia, ma dovette fuggire per la congiura ordita contro di lui da Domenico Flabanico. Suo figlio Pietro salì sul trono ungherese. La potenza della famiglia tramontò, né fu risollevata dall'elezione al dogato di Domenico (1032), che si resse un solo giorno.