Okinawa, battàglia di-
scontro tra l'esercito statunitense e giapponese svoltosi nell'isola di Okinawa tra il 18 marzo e il 21 giugno 1945 durante il secondo conflitto mondiale. Fu una delle più cruente operazioni della II guerra mondiale nel settore del Pacifico. Dopo l'occupazione americana delle Filippine e di Iwo, lo Stato Maggiore americano decise di occupare l'isola di Okinawa, punto strategico di fondamentale importanza per la sua posizione tra il continente e il Giappone; l'isola inoltre costituiva una roccaforte temibilissima per i suoi numerosi aeroporti e per le munite basi navali. La guarnigione giapponese era costituita da 80.000 uomini cui si aggiunsero 40.000 locali reclutati poco prima dello sbarco americano. L'azione d'attacco ebbe inizio il 18 marzo 1945; si intensificò a partire dal 24 marzo con sistematici bombardamenti aerei finché il 1º aprile i primi reparti della X armata U.S.A. agli ordini del generale S. B. Buckner sbarcarono sull'isola. La prima parte delle operazioni non incontrò un'eccessiva resistenza da parte dei Nipponici, cosicché il 22 aprile due terzi dell'isola erano già saldamente occupati. Non solo, ma il 6 aprile le forze navali anglo-americane, comandate dall'ammiraglio Spruance, avevano intercettato la flotta giapponese dell'ammiraglio Yto, che accorreva in aiuto della guarnigione attaccata, e le avevano inflitto una grave sconfitta. Fu colata a picco, fra le altre navi, la portaerei Yamato. Ma la battaglia divenne durissima a partire dalla fine di aprile sull'estremo lembo meridionale dell'isola (18 km di profondità). Incuranti delle gravissime perdite, i Giapponesi s'irrigidirono in una difesa disperata che durò sino al 21 giugno. Nella battaglia caddero 131.300 nipponici (7400 prigionieri) e 12.000 americani fra i quali il generale Buckner (36.000 feriti). Furono colate a picco 36 unità americane; 365 furono danneggiate.